Estate Felici

Vite che tolgono il fiato

Si beh sono una… espansiva. E anche rispetto alle dipendenze ho imparato a spalmarle… le mie trasgressioni, i miei vizi… Quindi spalmo tutto e spalmo anche le chiacchiere e… cioè ho questa modalità. E anche nelle relazioni purtroppo e quindi ho già un divorzio alle spalle e parecchie relazioni finite. Però non riesco a … in questo senso mi connetto – anche perché credo che sia molto importante connettersi al proprio vicinato – nel bene e nel male. Ecco forse l’indifferenza è il male peggiore.

Quindi si da quando sono arrivata un po’ di conoscenze le ho fatte. Anche belle… insomma. Però sono un’affamata di questa cosa non mi basta mai. Però vivo anche molto da sola, cioè io vivo con mio figlio che però sta anche con mio marito tanto quindi… qui sono da pochi anni. Ho queste conoscenze superficiali quindi il macellaio lo saluto se vado a comprare il pane, che hanno un pane buonissimo… però piano, piano negli anni le relazioni si stratificano però sempre con superficialità… chiamiamola leggerezza va che è meglio. Insomma un po’ di leggerezza… però si ho conosciuto un po’ tutti… il bar dei cinesi, quell’altro cinese.

Poi io sono molto attratta dagli extracomunitari perché secondo me hanno una marcia in più. Chi lascia tutto, chi fa certi percorsi, gli stanziali… io mi sento più vicina a loro. Perché io a Venezia ero un outsider, anche a Milano – nella città in cui sono nata – perché Milano appunto è una città così e la famiglia di mia mamma viene dal Trentino, sono arrivati dopo la guerra, sono cresciuta in un palazzo a Milano con tutti parenti che parlavano dialetto trentino, mia nonna non ha mai imparato l’italiano. E quindi ovunque vado mi sento così. I miei amici sono tutte persone che hanno lasciato il loro luogo di origine… sono molto connessa alla gente che si sposta, che si muove, che viaggia, che alle anime in pena… ecco chiamiamole così. E quindi sicuramente mi connetto meglio a Costantino di cui ti parlavo ieri o alla signora cinese.

Però per dirti l’anno scorso andavo a fare colazione spesso dai cinesi e avevo dimenticato il cappello, e ho dimenticato la sciarpa anche dagli altri cinesi. E in tutti e due i posti me l’hanno messa da parte. E io non ero sicura di averla dimenticata lì… quindi ho iniziato ad andare nei posti e loro… dopo giorni, ancora prima che… appena sono entrata mi hanno detto “Ah…” e sono andati a prendermi il cappello. E non so dei gesti… e dopo 2-3 settimane sono tornata la signora cinese mi ha regalato… mi ha fatto un regalo di Natale ed era un cappello… una coppola nera, perché invece il mio era un Borsalino nero… cioè come fai… si adesso poi io mi commuovo quando… adesso tu pensi questa è pazza – si sono anche un po’ pazza – però poi mi dimentico delle cose che mi succedono ma… si c’è bella gente anche… tanto bella scusa.

Si guarda che è veramente commozione perché poi mi dimentico perché purtroppo è vero c’è questa testa che è sempre così  “Ahhhh” e mi fa dimenticare le cose. Poi per fortuna me le ricordo. Dovrei scriverle perché sono cose importanti. Quando sento parlare dei cinesi mi viene una rabbia… perché siamo tutti uguali… basta così poco per connettersi a queste persone.

No perché per dirti ho anche un senso di colpa atavico di non potermi dedicare di più a queste cose perché la vita ti incastra sempre in altri ruoli. Però io c’ho proprio il senso anche di risarcire certe vite… perché no… ci sono delle vite no che veramente ti tolgono il fiato… non è la mia no… guarda che io sono stata bene… anzi. Proprio perché mi sento fortunata a volte penso caspita…

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