Estate Felici

La spiaggia di San Lazzaro

Perché San Lazzaro finché è stato libero dalle case popolari era tutta un’altra vicenda… si era molto uniti capisce? Dopo han fatto le case popolari e ci siamo annacquati diciamo nel senso che… per carità eh… è un diritto le case popolari – però lì c’erano gli scavi che erano la nostra riserva di pesca. Gli scavi erano fatti perché c’erano le fornaci. Allora le fornaci di Campogallo che sono quelle lì diciamo fino a Viale Crispi dopo la dogana di là, dopo quei palazzoni che han fatto lì c’erano gli scavi anche là perché scavavano la terra per fare i mattoni e le fornaci li facevano. Quello era Campogallo e questo qua era San Lazzaro. Una volta c’era una grande ciminiera… l’hanno buttata giù per fare i palazzoni lì.

E poi qua c’erano gli altri scavi no… ma scavi anche abbastanza profondi eh… perché hanno arato per anni e anni per fare i mattoni e altre cose. Poi sai li han lasciati lì e qualcuno ha seminato o son stati portati non so… han cominciato a crescere dei pesci. Qualche bisatta, qualche pesce gatto, qualche gobbo. Però gli scavi veri e propri erano in una stradina che andava alla roggia Dioma. La roggia Dioma era la spiaggia di San Lazzaro perché c’era un fiume, la roggia Dioma, che parte da Monteviale e viene giù, prima del Morto. Il Morto veniva fuori dalla SATI e allora il colore era quello della tintura che dava quel giorno… poteva essere rosso, poteva essere blu. Allora prima del Morto che entrava dentro, lì c’era un’ansa che c’era la roggia Dioma che arrivava… e lì l’acqua era abbastanza pulita insomma.

E allora lì era la nostra spiaggia, nel senso che quelli di San Lazzaro andavano lì. Quelli della Piccola Parigi, pochi sapevano nuotare, e allora andavano più indietro al “Boio dei paletti” lo chiamavamo perché c’erano tutti i paletti piantati perché non avessero smottamenti. Andare alla spiaggia a quei tempi serviva anche da doccia, mentre i Pilan aveva già il bagno in casa e andavano lì per prendere il sole.

Anche perché lì in estate piantavano le angurie che non erano male… i Merlo quelli dei Pomari avevano anche le angurie… e allora di giorno venivano controllate e di sera si cercava di… perché bastava portarle in acqua no? Tagliare e buttarle in acqua e arrivavano alla nostra spiaggetta. Però c’era un guardiano, Panarotto, che aveva lo sciopo a sale eh? Si si è non c’era mica perdono. Non avevano tutti i torti…

Cosa vuoi quando non c’era la frutta, non c’era niente eravamo devastanti insomma. Si andava sopra a una pianta, magari se glielo chiedevi ti diceva “Beh prendi su un po’ di ciliegie”; invece sopra la pianta e per far presto tagliavi il ramo no? I soliti vandalismi che una volta non c’era neanche la cultura è cresciuta adesso… la cultura del…

Guardi per esempio quella stradina lì che portava alla Chiesa vecchia, la prima chiesa che poi è diventata asilo, c’erano tutte la serie di lampadine ma di una volta quelle con il piatto non in ceramica in lamiera… e sotto la sua lampadina. Il divertimento quale era? Una fionda e sotto a rompere le lampadine. Don Luigi poverino, che era il fondatore qua, andava in Comune e insisteva… ma due o tre volte all’anno doveva cambiare le lampadine eh? Perché insomma non c’era niente di svago… e allora lo svago diventava il vandalo, il vandalismo diciamo. Per cui sempre nei limiti eh, non ci sono mai stati grossi furti…. Si poteva stare con la porta aperta che uno controllava per l’altro.

Però sai se alla sera metti insieme una quindicina, venti ragazzi fai presto a… perché la sera poi magari dopo essere stati al Piccolo Piemonte venivano le 23 e “Dai che andiamo a peri o a pomi” e si partiva per le stradine. Oppure andavamo a rane col fifo è una lanterna per far luce perché allora la rana poverina si ferma e noi avevamo una specie di pettine con le lame aguzze e la prendevamo e la mettevamo nel sacco. La caccia delle rane. Ne abbiamo prese tante, anche due sacchi, con Eugenio De Gobbi il cugino di Vittorio. Poi suo papà gli ha detto “Guarda che non conviene mica che vai a rane” perché lui, quando andavamo, prendeva per gli amici il salame dalla cantina. Siccome i salami sono legati a due a due – eravamo una decina di amici e uno sarebbe bastato – ma siccome il papà si sarebbe subito accorto del furto allora ogni volta ne prendeva due!

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