Allora io sono stato tollerato. Tollerato. Tanto è vero che quando sono andato in pensione mi hanno fatto dei regali… tipo una bella grata in ricordo di un fatto che altre persone e io avevamo fatto togliere le grate che avevano messo nel servizio psichiatrico. Avevamo avvertito i giornali e c’era stato un piccolo… hanno nella sala fumo mi ricordo. Nella sala fumo per arieggiare il locale avevano messo una sbarra tipo quelle del manicomio. E avevamo fatto un po’ di casino e sono state tolte con sommo dispiacere degli infermieri e dei medici che volevano arieggiare il locale. Per dire ecco.. io ero.. ecco sono stato tollerato ma comunque ci sono stati buoni rapporti con i colleghi.
Guarda uno degli episodi più tremendi è l’esperienza di un bambino che è stato ricoverato un numero infinito di volte perché aveva un come si dice… una propensione a picchiare le persone. Questo era un bambino che era stato, meridionale – di origine meridionale – che era stato praticamente allevato dal nonno e che, chissà perché, aveva un’aggressività che lui non controllava. Lui picchiava così dal detto al fatto senza motivo chiunque, chiunque gli capitasse… attorno insomma. E non c’è stato verso. Questo bambino ha continuato, ha continuato a essere ricoverato. Continuava… lo si conteneva molto spesso.
Fortunatamente non era il mio reparto ma il reparto sopra… però sai com’è in questi casi il personale passa da un reparto all’altro per aiutare nelle contenzioni. E l’ho conosciuto e si so che se ne parlava molto… i medici dicevano non c’è speranza questo ha il destino segnato.
Se non che questo bambino che poi è cresciuto è diventato anche adolescente è stato preso in cura da una Comunità da uno psicologo che io stimo tantissimo e ha fatto per due anni una vita normale, una vita assolutamente normale. E a questo psicologo ho sempre chiesto ma come hai fatto? “Eh l’ho trattato da bambino, l’ho trattato da bambino” mi ha risposto.
Se non che allo scoccare del diciottesimo anno quando doveva passare in un’altra Comunità perché diventava maggiorenne, il ragazzo ha… è andato in crisi, ha aggredito, spingendo lo psicologo che amava come un padre insomma; lo psicologo è caduto e ha avuto una frattura al polso e per cui è stato fatto un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). È stato giudicato pericoloso per la società e insomma è finito al manicomio criminale. E ha fatto parecchi anni di manicomio criminali, fino a quando non sono stati chiusi i manicomi criminali. Poi è passato nelle strutture che hanno sostituito queste strutture.
E secondo me questo è un fallimento completo della psichiatria. Perché la psichiatria con questo bambino, poi ragazzo, poi uomo ha sempre adoperato la forza. Sempre adoperato la forza. E a parte episodi personali, perché bisogna dire che gli infermieri e anche le mamme avevano molta cura di questo bambino, però immancabilmente veniva contenuto, capito? Veniva contenuto per cui non c’era… non si rompeva questo meccanismo.
L’unico a riuscirci è stato questo psicologo che ha cambiato completamente stile e ha ottenuto i risultati. Io credo che questo sia la più grande dimostrazione del fallimento della psichiatria… che è rimasta praticamente uguale e non è mai cambiata da quando è stato istituito i manicomi e adesso continua ad essere così… una psichiatria violenta.
Poi chiaro in questi luoghi ci sono persone che individualmente possono essere delle bravissime persone, ci possono essere dei bravissimi psichiatri, dei bravissimi infermieri però se il modello è difettoso, è sbagliato… il prodotto è comunque sbagliato.