Questo è anche un po’ collegato al fatto di abitare qua… nel senso che comunque è un edificio iconico no, per la città? È comunque un landmark.
Io pensa che da bambino, il pediatra era nell’edificio di fronte, quindi io ricordo che già da bambino vedevo questo grattacielo che ovviamente con gli occhi di allora era enorme grandissimo poi all’epoca che c’era ancora la ferrovia che passava in mezzo qui, quindi capitava ogni tanto che ci fosse qualche treno merci che andava non so se alla Zambon o alla Beltrame. C’era ancora qualche industria dove adesso ci sono le banche, il Teatro, tutta quella zona lì e quindi l’abbinata probabilmente di treno più grattacielo per un bambino era estasiante.
E poi quando ho saputo che c’era un appartamento libero all’ultimo piano mi è sembrata una grande occasione anche perché nel frattempo la zona è andata un po’ giù dal punto di vista del valore di mercato e quindi ci sono appartamenti abbordabili. Non ho fatto un ragionamento particolarmente originale perché poi il condominio è diventato una specie di comune di architetti perché siamo cinque, sei… non so..ho già perso il conto di quanti architetti abitino qui e in generale ha cominciato ad attirare anche gente giovane che magari non ha il pregiudizio o non si fa influenzare più di tanto dai pregiudizi più complessivi e magari vede la multietnicità della zona e gli aspetti in parte problematici come una specie di carattere più metropolitano. insomma sembra di abitare in una città più grande di quello che è Vicenza.
L’edificio è iconico ma certo non è bello. È stato divisivo fin da subito in città, perché c’era chi lo vedeva come un simbolo del futuro – è stato costruito a partire dal ’58-’59 quindi erano gli anni prima del boom economico e comunque erano anni ancora segnati della Ricostruzione – quindi questi edifici erano veramente percepiti come una promessa di un futuro scintillante e meraviglioso.
Tutta questa zona è nata, credo Viale Milano, Via Firenze e Via Torino, come zona residenziale di lusso perché all’epoca il centro storico aveva ancora problemi legati ai bombardamenti ed era percepito come un posto degradato perché le coabitazioni, gli edifici vecchi, la mancanza di servizi igienici negli edifici e quindi tutta la borghesia si è spostata fuori dal centro storico ma vicina, in queste che c’erano invece erano le case del futuro.
Le case grandi, spaziose, con l’ascensore, con i garage con – pensa con un riscaldamento a soffitto che all’epoca era avveniristico – ancora adesso è particolare se pensi – la portineria. Insomma quando è stato costruito c’era una piscina sulla terrazza all’ultimo piano. Quindi erano situazioni particolare. Che sono continuate poi fondamentalmente fino agli anni ‘70 quando invece è tornato di moda per così dire il centro storico e sono cominciati gli interventi più consistenti di riqualificazione della città storica, per fortuna.
E quindi c’è stato poi negli anni ‘90-2000 tutta l’immigrazione per queste zone vicine alle zone delle stazioni e ovviamente sono diventate appetibili da parte degli immigrati e… la storia cambia.
Però hai comunque la sensazione di vivere in un pezzo di storia.