Estate Felici

C’era zero

No perché adesso son cresciuto e quindi ho altre sensazioni, ti rapporti… altre città come Vicenza in cui c’era il centro e la periferia una volta. Cioè quando vedi per dire i film di Pasolini o quelle robe lì per dire… è una periferia che era cresciuta istantaneamente dal nulla.

Non c’era niente altro, c’era zero… quando uno dice zero dice niente. C’era la Parrocchia; la Parrocchia faceva quello che poteva… c’era un prete che era già anziano all’epoca e quindi… E però ecco le bande c’erano nel periodo in cui io facevo dalle medie in su. E abbiamo convissuto, vissuto parallelamente li insomma… perché adesso si parla di bande e ha tutto il sapore un po’ così quasi eroico ma in realtà è stato un periodo terrificante.

C’era la droga che scorreva e ci sono stati morti. Tanti morti che ne ho conosciuti parecchi. Viene spesso trascurata questa cosa. E l’assenza dello Stato non in senso populistico no, l’assenza della Comunità era devastante. Non c’era niente, niente. Il supermercato il mitico che poi è diventato Berico, mia moglie mi prende in giro e mi dice “Vai al Berico” ma io l’ho conosciuto come Berico – era un ente comunale all’inizio, era un immobile del Comune.

C’erano scuole poche perché il quartiere è esploso, è esploso demograficamente sono arrivati… cioè sono stati costruiti le case dove ho abitato io, oppure immediatamente davanti lì in via Rossini. Eravamo per classe in centinaia… in classe non per classe – di anni – quando si faceva la Comunione, la Cresima eravamo davvero in centinaia e già con le scuole c’erano problemi enormi. Perché dopo hanno fatto le scuole di Via Corelli… ha fatto in tempo ad andarci mia sorella.

Io ricordo che ci portavano in autobus ai Ferrovieri un anno, ci portavano nelle opere parrocchiali. È stato anche il periodo in cui hanno abolito le scuole speciali quindi hanno fatto delle classi un po’ particolari. Comunque tanto per dire – questa era la scuola – ed era l’unica cosa che c’era, non c’era niente.

C’erano due bar e niente più. Quindi questo problema enorme è stato gestito con la celere. Ogni tanto arrivava la celere, chiudeva il quartiere e rastrellava. E niente altro. Perché non c’era un centro sociale, un’assistenza sociale… probabilmente nel Comune c’era ma nessuno era sul territorio. Nessuno. Quindi è stato veramente un periodo… e chi, e chi si è tra virgolette salvato, si è salvato per caso. Perché io ho storie di miei coetanei con le stesse famiglie come la mia che fatalità fai il bivio sbagliato una volta e voglio dire… ecco poi vabbè non voglio farla neanche tanto tragica. Uno può avere tra virgolette un’esperienza nella vita e poi recuperare ok nessun problema… non è che sia andato tutto a quel paese però ecco me ne vengono in mente tanti ragazzi che proprio non ce l’hanno fatta. E non è un modo di dire insomma sto pensando in questo momento qua.

Quindi sai anche tante volte vedo San Lazzaro, le battaglie con il Laghetto, le botte e tutte quelle robe là che si resta… non è vero che ci si ricorda delle cose peggiori. Si ricordano le cose più belle, più belle tra virgolette. Le peggiori vengono completamente dimenticate. E forse anche da chi poteva fare qualcosa insomma in quel tempo.

Però sai Vicenza è sempre stata una città benpensante e chiusa. Ecco.

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